Atti del Convegno XXIII
Prefazione agli atti
La notte del 10 giugno scorso è morto Giorgio T. Bagni, uno dei più profondi ed attivi ricercatori in Didattica della Matematica, apprezzato per la intensità del suo lavoro e per la vastità dei suoi orizzonti. Era stato invitato a partecipare a questo convegno, dando una conferenza generale nella prima giornata e, come sfida che lo entusiasmò, a dare un seminario per insegnanti della scuola dell’infanzia. Giorgio era sempre il primo a consegnare i lavori richiesti; il sogno di ogni direttore delle numerose riviste che lo avevano come referee, il sogno dei curatori del testo degli Atti di un convegno: mai era necessario ricordargli date di scadenza. Anche in questa occasione, i suoi testi per questi Atti arrivarono immediatamente, quasi li avesse voluti scrivere al’istante. Il mese di giugno è quello in cui tradizionalmente si confeziona il testo degli Atti di questo convegno, perché seguono poi luglio ed agosto, mesi nei quali l’Italia si defila e ci si trova a settembre in un batter d’occhio, e potrebbe allora essere troppo tardi per arrivare ad un lavoro di qualità. Dunque, proprio nel momento in cui si stava assemblando il testo, Giorgio ci ha lasciato, esterrefatti e sgomenti; ci sono voluti giorni, settimane, non dico per riprenderci, ma anche solo per realizzare che non c’era più, con quella sua prontezza spaventosa e ammirevole, con quella sua disponibilità senza limiti. La mia co-curatrice Silvia Sbaragli ed io abbiamo deciso di lasciare qui i suoi testi come testimonianza di un’attività straordinaria e di un acume prodigioso, anche se lui, Giorgio, non ci rivelerà oramai che cosa avrebbe voluto dirci di più; ognuno di noi leggerà questi sunti e potrà solo immaginare con che assoluta usuale maestrìa avrebbe costruito la sua conferenza, il suo seminario, i suoi power point sempre così calzanti, precisi, adatti allo scopo. Resterà un vuoto nella cultura della Didattica della Matematica (non solo italiana) ed un vuoto in questo convegno, che gli è dedicato, perché rimpiazzare Giorgio per colmare quell’ora è impensabile e sarebbe ipocrita. Accanto al suo nome in copertina e dentro non è stato messo alcun simbolo, come s’usa fare sempre in queste occasioni, perché lo voglio sentire presente. Lo ricorderemo e sarà, per un momento, come averlo tra noi, davvero, per l’ennesima volta.